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LA MAFIA E' UN OCEANO DI MERDA

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Mi piacerebbe sapere chi ha lasciato la propria firma sotto il nome di Saviano

Sì, perchè quella firma è solo una goccia dell oceano  di merda che sommerge l Italia: la mafia o camorra o ndrangheta legittimata perchè non contrastata dalla politica collusa è un alluvione devastante, la peggiore

Poi ci sono gli avvoltoi che si nutrono di cibo putrefatto: ominicchi senza arte nè parte

Sul Foglio di Giuliano Ferrara, in un articolo dal titolo fuorviante Forza Saviano, c’è scritto che lui ha fatto un bel romanzo ma tutto inventato. Negli ultimi due anni sono stati diversi i tentativi di portargli via la reputazione, l’ultimo è avvenuto in questi giorni.  Il Giornale diretto da Mario Giordano ha sbattuto Roberto Saviano in prima pagina con una storia vecchia scritta e riscritta da più di un anno. Il giornalista Simone Di Meo (ufficio stampa del senatore Sergio Di Gregorio, che nella passata legislatura era presidente della Commissione della Difesa del Senato, eletto nell’Idv di Di Pietro poi passato al centro-destra, “indagato per reato di riciclaggio con l’aggravante di aver agevolato un’associazione mafiosa”- Giovanni Bianconi sul Corriere della sera  del 6 giugno 2007 - indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria per “concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato al riciclaggio” - Repubblica 9 aprile 2008 -) ha querelato Saviano per plagio. De Meo lo accusa di avergli copiato quello che è cronaca, quello che in tanti hanno scritto, quello che è riportato negli atti della magistratura, insomma quello che fa parte della pubblica informazione. Nell’intervista al Giornale Simone De Meo dichiara: “Se colleghi e avvocati napoletani sfottono chiamandomi il Saviano dei poveri ci sarà un perché”. Una differenza tra i due c’è ed è lampante: nonostante tutto quello che ha scritto De Meo chi vive con la scorta, chi è stato minacciato dai camorristi, chi rischia la vita è Saviano e non lui. Se “il Saviano dei poveri” può girare per strada, può frequentare la sua ragazza liberamente, se i suoi genitori vivono ancora dove hanno sempre vissuto (di cui sono felicissimo, non voglio fraintendimenti, sulla vita non si scherza), un motivo ci sarà pure. 
Forse per capire meglio certi fatti e il perché di certi attacchi bisogna entrare nella storia della proprietà di due giornali: Cronache di Napoli e Il Corriere di Caserta. A questo proposito sono molto eloquenti le parole dell’ex direttore del Corriere Gianluigi Guarino: “…un giornale carsico, omissivo che spesso ignora le notizie perché non deve dare fastidio a nessuno; tutto ruota attorno alle esigenze processuali dell’editore”. Simone De Meo lavorava per Cronache di Napoli.
Quindici anni fa venne ucciso un eroe con la tonaca: don Peppino Diana, perché non taceva, parla in libertà ai parrocchiani, ai giovani, usava anche lui la parola e aveva il coraggio di denunciare: “La camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana”. Dopo la sua morte tentarono di infangarne la memoria. Il Corriere di Caserta scrisse Don Diana era un camorrista e qualche giorno dopo Don Diana a letto con due donne. In quei giorni furono in pochi a difendere l’onore del prete.
La camorra ha i suoi giornali, lo ha raccontato bene Saviano a Mantova.Quello che sta accadendo a Roberto ha un unico obiettivo: togliergli la parola. Lo scrittore è scomodo perché quotidianamente è sui giornali, in televisione, incontra studenti nelle università, parla nelle piazze, racconta quello che i camorristi vorrebbero che rimanesse nel silenzio, lo fa con nomi e cognomi, svela i segreti della loro vita, e soprattutto rivela le loro strategie. Saviano ha rotto quel silenzio. Saviano sta lottando contro quelle persone che “vorrebbero controllare la loro storia”.
Le parole di Salman Rushdie pronunciate a Stoccolma  lo scorso novembre, quando con Saviano intervenne davanti  all’Accademia dei nobel dovrebbero introdurre tutti i libri scolastici: “In una società controllata la prima cosa che perdiamo è la libertà di narrare. Chiunque crede di controllare la società innanzitutto controlla la narrazione della società attraverso il tentativo di gestire la critica e la storia. Tutto ciò va oltre alla libertà dello scrittore di scrivere e del lettore di leggere, è una questione più esistenziale, e il reato contro questa libertà è un crimine contro l’umanità”.
Per questo dobbiamo stare con Roberto Saviano, per difendere anche la nostra libertà e l’azione dei tanti De Meo ci deve fare gioire perché significa che in questa società c’è ancora qualcuno che teme la parola.

POVERA PATRIA

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

(FRANCO BATTIATO)


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